Quando un individuo non provvede al rimborso di un debito, sia esso legato a un mutuo o a un finanziamento, tale inadempienza viene registrata nel CRIF. Questa registrazione può essere iniziata da banche, società di leasing, o società di factoring. Queste informazioni vengono poi utilizzate dagli istituti finanziari per valutare l’affidabilità economica dei potenziali clienti prima di concedere nuovi prestiti o finanziamenti.
L’inserimento nel registro CRIF avviene all’interno del Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, che documenta le relazioni creditizie tra individui e istituzioni finanziarie. Tale inserimento è attivato dalle banche qualora un cliente non adempia al pagamento di una o più rate di un finanziamento. Per essere inserito nel CRIF è necessario che vi sia un ritardo di pagamento di almeno 60 giorni.
L’istituto finanziario, riscontrando il mancato pagamento di una o più rate, comunica a CRIF i dati del cliente inadempiente, inclusi nome, codice fiscale, importo del debito, numero di rate non pagate e data di scadenza dell’ultima rata non saldata. CRIF quindi aggiorna il SIC, un database che include le informazioni creditizie di oltre 50 milioni di italiani, utilizzato dalle banche per valutare l’affidabilità creditizia.
Un’annotazione nel CRIF rimane attiva per 7 anni, durante i quali il debitore può essere etichettato come “cattivo pagatore”, complicando l’ottenimento di ulteriori crediti.
È possibile richiedere la rimozione dell’inserimento nel CRIF sanando il debito e presentando richiesta all’istituto che ha effettuato la segnalazione. Alternativamente, si può fare appello al Garante per la protezione dei dati personali in caso di segnalazioni illegittime.
Per scoprire se si è stati inseriti nel CRIF, è possibile richiedere una visura creditizia direttamente da CRIF o tramite la propria banca, la quale fornirà un documento dettagliato della propria situazione creditizia.
L’inserimento nel CRIF presuppone l’esistenza di un debito non saldato da almeno 60 giorni. I debiti che possono portare a tale inserimento includono mutui, prestiti personali, carte di credito, fidi e cessioni del quinto dello stipendio o pensione.
L’inserimento nel CRIF come cattivo pagatore può limitare significativamente l’accesso a nuovi finanziamenti, potendo portare a rifiuti da parte delle banche o a condizioni di prestito meno vantaggiose, oltre a possibili restrizioni bancarie e complicazioni nella stipula di contratti di locazione.
Per gestire al meglio una segnalazione CRIF, può essere utile avvalersi della consulenza di esperti legali o finanziari, Exolvo può supportarti con i suoi servizi.