Quali sono i falsi miti sul lutto più comuni?

Cosa si intende per elaborazione del lutto

Gli psicologi definiscono elaborazione del lutto il processo che in maniera graduale e secondo delle fasi ben precise porterebbe una persona a a riprendersi dal dolore causato dalla perdita di un caro. Benché queste fasi siano comuni praticamente quasi ad ogni persona, gli esperti sono anche d’accordo nel dire che alcuni fattori legati al dolore per una perdita possono essere estremamente soggettivi.

Parliamo, ad esempio, del modo in cui viene esternato il dolore, ma anche del tempo necessario per iniziare a sentirsi meglio, etc.

In questo contesto pandemico, tra l’altro, il processo di elaborazione viene quanto mai alterato, data l’impossibilità di poter contare sull’appoggio pieno di familiari ed amici che devono rispettare le regole riguardanti il distanziamento sociale.

Alcune onoranze funebri, come l’agenzia funebre Roma Exequia, ha messo a disposizione dei propri clienti un servizio di supporto psicologico gratuito, per facilitare il processo di guarigione dal dolore intenso.

In questo articolo parleremo dei miti più comuni sul lutto.

L’importanza di essere forti

In alcune culture più che in altre viene dato risalto al fatto che non bisogna mostrarsi deboli, che è importante per gli uomini comportarsi come tali, che sia inappropriato dare libero sfogo alle proprie emozioni con le lacrime. In realtà, piangere quando se ne sente la necessità è un modo per lasciar scorrere il dolore e, in un certo senso, per lasciarlo uscire, per accettare e prendere coscienza della perdita.

Bisogna stare da soli con il proprio dolore

A volte si pensa che per guarire bisogna stare soli con il proprio dolore. Ma la verità è che la vicinanza di amici e parenti, per quanto non elimini il dolore, ci può essere di grande conforto. Benché non possano fare nulla di concreto, il fatto di sapere che non siamo i soli a soffrire e che abbiamo una spalla in più su cui piangere avrà un effetto lenitivo su chi sta soffrendo.

Il pianto è proporzionato al dolore

Altro falso mito è quello secondo cui chi non piange sia una persona insensibile o che non voleva veramente bene alla persona scomparsa. L’intensità del dolore, così come abbiamo accennato è molto soggettiva. A volte, la struttura emotiva di una persona entra in blocco, non riuscendo piangere o non sentendo così forte questa necessità. Ma non per questo dovremmo sentirci in colpa se dovesse capitare a noi.

Se non si sta male tutto il tempo, allora non si amava veramente la persona

Un avvenimento tragico come la perdita di un caro porta con sé un carico di emozioni che travolge il nostro organismo. Questo potrebbe farci sentire, nell’arco della stessa giornata, come su un ottovolante di emozioni, alternando momenti di intenso dolore e tristezza ad altri di calma e relativa serenità, intervallati da picchi di inspiegabile allegria. Si tratta di una reazione che gli psicologici definiscono del tutto normale in queste situazioni e pertanto non dovremmo sentirci in colpa per questo.